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L’estate…. addosso!

Ecco, lo sapevamo. Dopo mesi e mesi a lamentarci del grigiume, del freddo, dell’umidità e delle piogge, è arrivato. Il caldo- il sole, l’estate (almeno quella metereologica).

Cambiano le temperature, cambiano le abitudine per la nostar pelle, che sia mista, secca o grassa non importa: non ci si può più affidare agli stessi prodotti che usavamo lo scorso inverno! Perciò, ecco un po’ di consigli per mantenere l’aspetto più importante della pelle….

L’IDRATAZIONE

La bellezza delle pelle non passa solo da fuori, ma, sopratutto col caldo, da dentro: perciò, per una pelle perfetta anche al solleone della versiglia (o nel centro di Padova), idratiamoci nel modo più giusto: limitiamo alcolici e caffeina, e via a acqua, the (in commercio si trovano sia infusi che the pronti con stevia, un dolcificante naturale leggerissimo perfetto anche per i diabetici perchè npn impatta l’indice glicemico), spremute… 2 litri al giorno, al meno!

Se la pelle è mista o grassa, possiamo comodamente mandare in soffitta per qualche mese la nostra crema idratante, preferendo sieri, meno grassi, più facilmente assorbibili e a lento rilascio; possono anche essere usati dopo essere stati messi in frigo, così da avere un super-effetto rinfrescante. Se, invece, la pelle è secca, si può continajure con la crema: a patto però che abbia anche un buon fattore di protezione solare. E a proposito di sole… mettete da parte il vostro profumo. Quasi tutte le eau de perfum e de toilette sono A BASE ALCOLICA, molto pericolosi quando ci si espone al sole (che sia perchè andiamo al lavoro in bicicletta o perchè prendiamo la tintarella), perchè rischiano di lasciare antiestetiche macchie e bruciature (ne so qualcosa). Molto meglio una semplice acqua profumata, o un po’ di profumo solido, le cui componenti sono sunny-freindly 🙂

Ti trucchi? nessun problema! Ci si può accontentare di una BB water, leggera e delicata, quasi impalpabile una volta che è sul viso, oppure preferire un fondotinta liquido (a patto che sia leggero e non troppo grasso), perchè le polveri rischiano di mettere in evidenza inestetismi col calore e il passare delle ore. Volendo però si può ovviare al problema con un modo molto semplice ed unendo l’utile al dilettevole (o prendendo due piccioni con una fava, se volete): una crema solare colorata, da abbinare ad un filo di cipria, magari, così da essere colorate (anche se siete pallide come fantasmi come me) ma protette!

E per togliere il trucco alla sera?

No problem. Ci sono tantissimo prodotti a cui potersi affidare. Meglio abbandonare, almeno per un po’, l’acqua micellare, che richeide un’azione fortemente meccanica per rimuovere il make-up, e preferire latti detergenti o, meglio ancora, mousse!

Buona tintarella!

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Promesse, promesse… ma il lavoro cos’è?

Lavoro part-time, assistente alla vendita e mansioni di segreteria. Ho fatto corsi per anticendio, infortunistica, primo soccorso… ditemene uno e io ce l’ho.

(Bugia: non porto i muletti. Mi manca.)

Ma… ma volevo dare una piccola mano in più a casa, arrotondare lo stipendio. Concedermi qualche “lusso” (un weekend da qualche parte, una borsa decente e non da quattros oldi del mercato, non roba da 1000 euro, eh. magari solo 80…).

Cerco su un sito di offerte di lavoro. Invio un po’ di curriculum. e poi la vedo.

AZIENDA DEL COMUNE DI C——O CERCA SEGRETARIA BACK OFFICE PER AMPLIAMENTO ORGANICO. RICHIESTO DIPLOMA, ANCHE PRIMA ESPERIENZA.

Mansioni di segreteria? Lo faccio pure dove lavoro adesso, quindi, dov’è il problema? Invio il curriculum, e dopo qualche giorno, mi arriva la telefonata. Ho il colloquio – anche se non mi dicono per quale posizione, e nell’annuncio non veniva indicato il nome della ditta, ci arrivo per esclusione, decido di presentarmi. Ma… ma, sento puzza di bruciato.

Non mi aspettano in sede. Oh, no, mi aspettano nella hall di un hotel.

Gli headhunters sono di bella presenza, ma molto, molto giovani, e riconosco la parlantina di lui, quella da venditore. E difatti… vendono “sistemi per la rimozione acari” (altresì detti aspirapolveri da 3000 euro o giù di lui, ma non è mai stato detto a chiare lettere). Ma, mi dice lui, non fanno porta a porta. No. Loro vanno dal cliente. ed io sono perfetta perchè SONO ASSISTENTE ALLA VENDITA!

(Peccato che fare la commessa ed il porta a porta sia un po’ diverso, eh- nel primo caso, rispondi ad un bisogno che si è gia presentato, incrementandolo, nel secondo devi creare quel bisogno. Sono due aspetti psicologici completamente diversi, che ti fanno relazionare con il cliente e l’utente in maniera drammaticamente diversa, e l’essere portato per uno non significa automaticamente essere portati per l’altro. )

Ma…. ma non mi devo preoccupare. Le cose si decideranno il giorno dopo, mi dice. quando ci sarà la giornata di prova, prima teorica e poi pratica e poi nei dieci giorni di prova (non retribuiti, nonostante la legge dica il contrario) perciò chissà, potrei eventualmente finire a fare la segretaria, mi dice. Mi farà sapere, mi dice. In serata. E intanto è sttao vago sul lavoro, mi ha chiesto nulla delle mie esperienze pregresse, e via di scorrendo. Giusto se ho la macchina.

E in serata mi chiama. Io intanto ho sentito puzza di bruciato da dieci chilometri, e mi vedo mollare un lavoro da commessa dentro un bel negozietto per andare a rifilare aspirapolveri alla gente, per la stessa cifra. Guidando con qualsiasi tempo, per qualsiasi tipo di strada, andando, come si dice dalle mie parte, a cà del diavolo. Dopo aver dovuto comprare io un aspirapolvere che non mi posso permettere e aver litigato con tutti i miei famiglairi e conoscenti perchè ho cercato di rifilarlo pure a loro.

Indovinate? Ho passato il colloquio.

Domando per quale mansione: Beh, si vedrà, mi dice,dopo la prova sul campo (e quindi, cosa fai, ti porti il computer dietro e mi fai fare fatture in loco?), ma io insisto. Mi state prendendo in considerazione per le mansioni di ufficio (che so benissimo che non si sono, sono fasulle, ma voglio vedere cosa mi dice), chiedo. No. Io ho a che fare con i clienti. Quello è il mio quadro. Ed è allora che, gentilmente, rifiuto. Cerco di migliorare, dico. Spiego che non sono interessata a girare per guadagnare la stessa cifra che guadagno nel mio attuale lavoro. Ma, lui dice, Federico senzacognome, ci sono le provvigioni. Ribadisco doi no, voglio migliorare, non tornare indietro, e, aggiungo qui, non certon lavorare dieci giorni a gratis per poi essere presa a calci nel deretano.

Mi attacca il telefono in faccia. E io dormo una notte tranquilla.

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LASCIATEMI SOLO LAVORARE…

Da circa dieci anni ho un piccolo negozio di quartiere, una pastra fresca. Nonostante sia nel settore alimentare, la crisi negli ultimi anni si è fatta sentire anche per noi, che ci ritroviamo così con incassi dimezzati, e i vari allarmismi alimentari degli ultimi anni – mucca pazza, maiale alla diossina, uova al fertilizzante- dovuti e non, non hanno certo aiutato.

Si fa fatica ad andare avanti. davvero tanta. Ma sapete quand’è che lavoro?

La domenica, quando la gente esce dalla chiesa a 50 metri dal mio negozio, e viene a comprare qualcosina per la settimana, o il pranzo da fare in famiglia.

La domenica. quando mi faccio un buon 50% dell’incasso settimanale.

La domenica. Il giorno in cui il governo, nonostante io non abbia dipendenti, lavori CON LA MIA FAMIGLIA, vuole farmi chiudere, privandomi della parte maggioritaria del mio incasso settimanale.

E così come me, tanti altri negozi e negozietti. Perchè siamo sempre allo stesso punto: ce le prendiamo col piccolo, fregandocene (anzi:fregandovene)dei sacrifici, delle difficoltà, delle incombenze. Come se fosse la botteguccia con padre e figlio, o fratello o sorella, la causa della distruzione delle famiglie, che non si passa tempo insieme.

Notizia Flash: non siamo noi piccoli esercizi che ci siamo inventati le aperture h24 o il sette giorni su sette (che in pochi negozietti facciamo, perchè spesso e volentieri ce l’abbiamo il giorno di chiusura, solo che non è domenica). Sono i grandi, supermercati, major, catene spesso e volentieri estere che tengono aperto a tutti le ore di tutti i giorni, dove i dipendenti non sono incentivati economicamente a lavorare nei fine settimana, come era invece una volta, nè è data loro la scelta. Giovani spesso dipendenti ti cooperative, con contratti di pochi giorni per volta.

Già,ma la colpa è del piccolo, giusto? E sul piccolo la scure deve ricadere.Non importa se vedrò i miei incassi dimezzati, se non potrò più permettermi di tenere aperto il mio negozio, se diverrò uno dei tanti 35enni disoccupati che nessuno vuole perchè siamo troppo vecchi per fare i tirocini e, porca miseria, potremmo volere dei diritti, quindi meglio scegliere ragazzi più giovani, o comunque chi non farà tante grane per un contratto di lavoro.

E nel frattempo, io voglio solo lavorare.

Elisa N.

(PS: carissimi tutti, so già che mi direte “beh, non lavori di domenica, lavorerai di sabato!”ma non funziona così, per una semplice questione logistica dovuta al territorio. Il cliente andrà dove è più comodo, e se al sabato è il centro per il mercato, farà che andare lì in gastronomia…

 

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Il beauty dei 35 anni

I 35 anni sono, per la pelle, periodo di cambiamento, periodo in cui la pelle cambia, matura, inizia a dare i primi segni di, ahimè, cedimento – e io, che di anni ne ho 34, ne so qualcosa di questa “preoccupazione”.

Per arrivare preparate alla fatidica data, per avere una pelle ancora bellissima per anni a venire e soprattutto per mantenere un aspetto giovane e fresco a lungo, vanno fatti dei cambiamenti.

Molto passa dall’esterno – giusta idratazione, frutta e verdura, evitare il troppo grasso, troppo piccante, ed il FUMO… ma molto passa anche da come ci prendiamo cura della pelle, cambiando il nostro beauty, e le nostre abitudini, in base alla “nuova” età.

Tre consigli?

-Pulite sempre il viso ed IL COLLO con prodotto appropriati.. e fatelo sempre! Mai andare a letto truccate, per il bene della pelle, che necessita di respirare e rimuovere le tracce dell’inquinamento, ma anche per quello delle feedere 😉 E per quello che riguarda peeling, pulizie dal viso dell’estetista & co? Un paio di volte all’anno se volete, ma ricordate: niente vapore. I pori non hanno più bisogno di dilatarsi!

-Inserite nel beauty la prima crema anti-rughe. In commercio se ne trovano già con la dicitura 35+, e fanno spesso parte di linee complete che andranno ad arricchire il vostro beauty. Un esempio? C’è “Splendida” di Bottega verde: Trattamento occhi, crema (disponibile nellaa versione per pelli secche o in quella per pelli a tendenza grassa) … ed il primer!

-La pelle va protetta dal sole tutto l’anno; l’ideale è acquistare un’idratante con fattore solare incorporato, o una leggera crema solare, da “indossare” sopra l’idratante. Oggi se ne trovano in commercio (tutto l’anno!) di colorate, che con un velo di cipria e un po’ di fard fanno la funzione di fondotinta.

 

Buona giornata.. e buon trucco e parrucco!

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La civiltà del terzo settore

Si parla tanto in questi giorni del progetto del Ministro degli Interni Salvini di reinserire il servizio militare; tutte le mamme vi diranno  un “no!” deciso, ma… sarebbe davvero così male?

Certo, la professionalità dell’attuale esercito è data dalla scelta di carriera, ragionata, fatta molto spesso ad un’età ben superiore ai 18 anni. E si capisce che in una realtà brulicante di caos, sangue, in cui le guerre sono dietro l’angolo – di pace, eh – non si voglia rischiare di vedere i propri ragazzi andare a combattere, ancora bambini (a tal proposito: Leggete la storia si Sylvestre in “Pescatore d’Islanda”, di Pierre Loti…), ma forse, e dico forse, fatta nel modo giusto, con in una recente intervistauna chiave diretta più all’educazione civica, nell’ottica del terzo settore (volontariato, in parole spicciole) non sarebbe così male, no?

Dice Gassmann, in una recente intervista, che una delle cose che lo ha messo “in riga” da ragazzo fu fare il militare (e sentire che biasiamavano il padre per avere un figlio così cane nella recitazione). Molte istituzioni politiche sono concordi, tanto da arrivare a  dire che il “nuovo” servizio miliatre avrebbe

l’obiettivo di realizzare i massimi valori di solidarietà e di collaborazione tra i cittadini, […]recuperare il valore civico anche attraverso il servizio militare, che viene proposto in forma alternativa con l’opzione di servizio civile. Inoltre si dà la possibilità ai ragazzi di “poter vivere un’esperienza autonoma sotto una disciplina che consenta loro di completare un percorso di formazione”

Visto così, forse, non hanno tutti i torti. Non quando viviamo in un’epoca in cui i nostri adolescenti non rispettano regole, nè autorità, arrivando a dimenticare la valenza stessa della vita e della dignità degli essere umani.

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I romanzi rosa ed il digitale

Piccola ammissione: quan’ero ragazzina, leggevo parecchio i romanzi rosa.

Quando capitava che volessi leggerne uno in pubblico – fosse anche solo la panchina al parco, o il treno o il bus – mi barcamenavo in due possibili metodologie di “travestimento” (sia mai che qualcuno che mi conosceva vedesse me, studentessa del liceo classico, e poi di lingue  e letterature moderne, leggere una di quelle… cose!). A volte usavo carta da pacco per foderare il libro, in modo che non si vedesse nè il titolo nè la copertina (su cui riccorrono le parole capo, miliardario, braccia, letto, virtù in tutte le varie sfuamture. Oh, e Greco, sceicco, texano…) oppure mettevo la copertina di un altro libro.

Altra piccola ammissione: sono Elisabetta, commessa e impreditrice, ho 35 anni (quasi) e CONTINUO a leggere roamnzi rosa (anche se un po’ meno e principalmente in Inglese).

Difficilmente oggi nascondo le copertine, e sapete perchè?

No. Non è perchè magicamente non mi “vergogno” più di leggere romanzi rosa (non che ci sia qualcosa di cui vergognarsi. Non bisognerebbe mai e poi mai vergognarsi di leggere!) solo perchè 5o sfumature di grigio (magari un giorno vi parlerò della sua genesi e cos’ha che non va) è un best seller e tutti ne hanno parlato.

Diciamoci la verità. Nessuno vede la copertina di quello che leggiamo quando è sul nostro tablet o sul nostro e-reader. Perciò noi non ci facciamo problemi a leggerlo, e a portarcelo dietro. Non ci facciamo, soprattutto, problemi a comprarlo. Perchè ad Amazon cosa importa se io mi leggo 10 “romanzi” all’anno di tale, per dire, Penny Jordan o chi che sia? (ndr: Penny Jordan esisteva e fino al 2011, anno della sua morte, aveva pubblicato oltre 200 libri del genere rosa, nelle sue varie sfumature usando, oltre al suo vero nome, i nomi d’arte Anne Groves, Caroline Courtney, Melinda Wright e Lidia Hitchock)

Con l’avvento dell’era digitale, i lettori italiani sono AUMENTATI. nella fascia 14-74 anni, oltre l’80% degli Italiani si dichiara lettore, e molti di essi sono lettori assidui, ben lontani, dunque, da quel “leggo un libro all’anno, massimo” di qualche anno fa.

Ma non solo.

Su 100 libri, nelle classifiche inglesi, 93 sono di genere rosa, e non è che da noi le cose siano diverse, se Kobo asserisce che il 77% dei cleinti sono donne, lettrici che leggono almeno 30 minuti al giorno, e acquistano anche 1, 2 volte la settimana, quasi sempre titoli rosa.

Perchè?

Beh, certo, dopo 50 sfumature, leggere rosa è cool, non è più tabboo, ma, come dice un’editoriale su cui cascai tempo addietro, il digitale e i nuovi autori di rosa  hanno “permesso di avvicinare anche tante di quelle lettrici che in un passato non troppo lontano si sarebbero vergognate di farsi vedere sui mezzi pubblici con un Harmony in mano. Le protagoniste dei romance sono cambiate, così come le storie: non “subiscono” la storia d’amore ma la vivono da donne esigenti ed emancipate e per le quali l’amore è sì, desiderio, ma non elemento indispensabile per riempire vite altrimenti scialbe.”

Perciò, sì, forse, il rosa (ma, speriamo, non solo) aiuteranno l’editoria… e faranno sì che gli italiani continuino a leggere!

 

 

 

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Libri Letti – Template Stampabile & Scaricabile

Sono una manaica dei libri- cartacei, digitali, vecchi o nuovi, non importa. Io amo leggere. Di più: io sono NATA per leggere! Un po’ divoratrice seriale, un po’ drogata (nel senso buona della parola), da qualche anno sono un’assidia frequentatrice  di Goodreads, il “social media” della lettura. Le liste che si possono creare aiutano molto a tenere conto di tutto ciò che si legge, ma mi sarebbe piaciuto trovare qualcosa che andasse bene per me – che fosse magari stampabile una volta finito l’anno, o DURANTE l’anno, per metterlo magari nel bel mezzo di un grazioso planner!

Io ho inserito i campi Titlo, Autore, editore, anno di pubblicazione, genere, numero di pagine, data di inizio lettura, data di fine lettura, il formato (cartaceo o digitale) e se fosse o meno una rilettura (sì, rileggo parecchio), e una cinquantina di righe, che possono essere aggiunte o rimosse a piacere. Ma potete sbizzarrirvi: inserendo magari un campo per le “stelle” che il libro vale secondo voi,  uno per i nomi dei traduttori (di cui ci si dimentica sempre!), se sia un libro in prestito o meno, copertina rigida o paperback…

La “Reading List” è stata creata con Microsoft Word 2010, e può essere aperta – ma soprattutto MODIFICABILE, con tutte le versioni successive del programma. Non avete Office? Nessun problema. C’è OpenOffice, il programma Open Source e GRATUITO perfetto per questo tipo di evenienze (lo potete trovare qui, in italiano, per giunta ).

La mia lista è al sicuro sul mio pc… e voi, cosa aspettate a fare la vostra? Fatemi sapere!

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Stampe Vegetali per l’estate

Il colore dell’estate 2018? Niente rossi o blu, niente color-block. Siamo sinceri, da un po’ ce lo aspettavamo- complici le collezzioni primaverili che hanno anticipato il trend, il vero protagonista dell’estate sarà il verde… più o meno.003-2 Perchè a fare da protagonista non è tanto il colore, ma la sua declinazione nella fantasia vegetale. Fiori e foglie e erba faranno (e fanno già) da padroni, che sia su sfondo nero o bianco – il veg style si sta imponendo sempre di più, e non solo su vestiti (come quello sfoggiato per le strade di Cannes da Valeria Golino solo qualche giorno fa) e altri capi di abbilgiamento, ma anche nelle nostre case.

Stationery, cuscini, poltrone, carta da parati… poco importa. Le foglie fanno da padrone  quest’anno. E anche sulle nostre tavole, con deliziose stoviglie con disegni degni di un manuale do botanica, e sulla nostra toeletta… perche la confezioni di Gucci Bloom e Gucci Bloom- Acqua di Fiori sono così belle che DEVONO essere messe in mostra!

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Il trucco c’è… ma non si vede!

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No, non stiamo parlando di illusionismo, tranquilli. Ma, come avrete capito dalla foto, parliamo di una delle tendenze delle passerelle degli ultimi anni: il make-up effetto nude-look.

Non tutti (pochi, a dirla tutta) sono così fortunati da avere una pelle perfetta, pronta per uscire, con la semplice detersione (e la conseguente idratazione. La crema serve, a tutte le età!), ecco perciò che entra in scena il make-up, che ci aiuta a correggere imperfezioni e apparire acqua e sapone senza, tuttavia, esserlo davvero (anche se una buona beauty-routine aiuta, e molto- ne parleremo in un altro articolo).

La base di partenza del make-up nude è il fondotinta, da scegliere in base al proprio incarnato, dello stesso tono della nostra pelle o uno in più al massimo (della serie, se siete come me, bianchi come un lenzuolo, è inutile che andite a prendere un fondotinta arancione, perchè lo capiranno pure i muri che siete truccati! 1f604 ), da applicare su una base: primer se il fondotinta è in polvere, o una buona crema idratantante se invece è liquido – la scelta migliore per molti make-up artists in fatto di nude-look.

Il fondotinta va applicato poco per volta, dal centro del viso verso l’esterno, con pennello o spugnette (niente dita, please). E una volta finito? Si passa all’illuminante, rigorosamente in polvere, da stendere su zigomi e fronte (attenti a non esagerare, però, altrimenti si rischia l’effetto “strobe” o quello pelle lucida…). E se si vuole aggiungere un tocco in più… un velo di rossetto rosa, o color carne (ma magari anche solo un filo di burrocacao, perchè no?) e un mano leggera, leggera di ombretto, rigorosamente preso da una palette nude!

 

 

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E’ tempo di arredo outdoor!

Finalmente è arrivata la bella stagione! Finito freddo, finita la pioggia, il sole torna a splendere  e torna la voglia di stare all’aria aperta! E insieme a questa, quella di tornare ad accuparsi dei nostri poveri giardini, che magari, causa freddo e umidità, abbiamo lasciato andare.

E tra la potatura di un rampicante e la messa a dimora di qualche bella stagionale, magari per contornare una carinissima aiuola, perchè non pensare anche a come viverlo quel giardino?

E’ vero, normalmente, all’arredo esterno bisognerebbe pensare un po’ prima (almeno un paio di mesi, a dirla tutta), perchè ormai non si può, e non si può proprio vedere, il tavolino di plastica che si ingiallisce subito con due sedie sgangherate, neanche fosse un baretto abbandonato da anni.

Perchè, gente, il giardino è molto di più, e nelle nuove tendenze di arredo è diventato parte integrante della casa, uno spazio che si vive e come tale deve essere trattato.

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I classici non ci abbandonano mai: protagonista dell’estate 2018 è sempre lui, il Rattan, con i suoi intrecci. Naturale o sintetico che sia, non importa. Quest’anno sembra tornata la variante dark, accompagnata dai mille colori con cui possiamo sbizzarirci con i cuscini!

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E sempre parlando di legn. Ecco la polpa di bambù, usato per piani di mobili da accompagnare alle innovative posate da esterno – simpatici set che vanno dal vassoio alla caraffa, tutto in tinta. E per quello che riguarda la tinta… perchè non scegliere per i nostri spazi un grazioso salottino da esterno contrassegnato da uno dei colori dell’anno?

Sbizzarritevi, ricordatevi che, anche grazie ad internet – e perchè no, ai mercati dell’usato (non c’è bisogno di fare come Nicole Curtis di Rehab Addict, che restaurò un set da giardino in ferro trovato ai margini della strada…) per avere cose graziose e anche belle non c’è bisogno di spendere dei capitali!